Resoconto gruppo 19-29 conferenza Imperia 8 aprile 2014 (M. Torre, D. Castiglioni) e report riepilogativi altri gruppi di lavoro

Contributo dell'incontro di Imperia

Condividere per scegliere gli obiettivi del sistema educativo regionale.

Istituto Superiore Fossati Da Passano 08.04.2014

WORKSHOP 19 -29 impegnarsi (a cura di Maria Torre)

Siamo qui oggi per riflettere insieme sul futuro.

Se è vero che le risorse da ora in avanti verranno prevalentemente da progetti europei, dobbiamo imparare a lavorare in rete altrimenti non c'è futuro.

C'è un video su you tube che si chiama "cambiare i paradigmi dell'educazione", vi invito a vederlo se non l'avete già visto. In questo video si sostiene che nel mondo della scuola la collaborazione non è valorizzata a sufficienza, mentre nel mondo del lavoro è fondamentale.

Le aziende chiedono sempre più ai ragazzi che fanno colloqui di assunzione se hanno già esperienze di lavoro. Molto spesso non le hanno, perché, dicono: come faccio ad averle, sono appena uscito dalla scuola. Nella scuola professionale invece ci si inserisce già con gli stage nel mondo del lavoro e per le classi IeFP dalla seconda.

E dopo? Per quanto riguarda la formazione post diploma si possono individuare anche percorsi di alta specializzazione diversi dagli ITS.

Sarebbe opportuno creare e sostenere poli tecnico professionali che permettano ai ragazzi di fare esperienze di alternanza che poi li aiutino veramente per l'inserimento nel mondo del lavoro.

Dino Castiglioni

Proviamo anche a ipotizzare scenari diversi, un sistema che tenga conto del fabbisogno formativo (esempio non tenere in piedi indirizzi non più necessari).

Noi siamo una delle regioni con il più alto tasso di dispersione scolastica circa 17%. E soprattutto abbiamo tante richieste di spostamento anche nel secondo biennio.

Maddeddu Alfredo, (docente del serale Capellini Sauro)

Negli ultimi anni si è molto abbassata l'età media delle persone che frequentano le scuole serali. È un tipo di scuola che permette il passaggio di indirizzo molto più semplicemente che al diurno.

Si verifica anche che persone già diplomate o laureate tornino al serale per prendere un secondo diploma perché non trovano lavoro.

Boni (docente del Cappellini Sauro)

Il serale è molto importante per il recupero della dispersione. Negli ultimi anni abbiamo fatto anche un lavoro di integrazione con i corsi di formazione (Formimpresa, Cisita, ecc)

È importantissima la formazione post diploma, sia di alto livello, che non. Ci vuole più contatto con l'industria e con l'università per capire di che cosa c'è bisogno e non solo sul territorio, ma a livello europeo, siamo in un mercato più globale, non possiamo guardare solo al territorio. Anche se la collaborazione col territorio per la formazione è fondamentale.

Intervento Formimpresa

Io seguo in particolare il corso idraulici e per questo indirizzo purtroppo esiste solo il diurno, alcuni dei nostri alunni nostri continuerebbero dopo la qualifica se ci fosse per es. un corso serale all'Einaudi, ma non c'è.

Comunque molti si inseriscono con l'apprendistato già nel mondo del lavoro.

Maria Torre

Un punto di forza dei serali è la flessibilità sul piano organizzativo, la flessibilità della frequenza, lo sportello, ecc. cose che al diurno non ci sono.

Purtroppo il serale non viene considerato a sufficienza perché per es. non vengono date le classi in base all'effettivo numero degli iscritti, ma in base all'anno precedente, lo storico.

Intervento CappelliniSauro.

È vero che l'età media del serale si è abbassata, ma spesso abbiamo anche alunni di 50 anni, che, in questo periodo storico, si trovano senza lavoro.

Raffellini. (Parla come Rappresentante dell'impresa e dell'industria)

Si è parlato in apertura del modello duale tedesco. Bisogna dire però che l'alternanza scuola lavoro in Germania funziona così bene, perché sono in primis le aziende che cercano questo approccio.

Nella realtà spezzina che ha molte micro imprese, l'alternanza rischia di avere poco senso se il ragazzo viene messo tre settimane in uno sgabuzzino a far fotocopie.

E poi un punto davvero fondamentale è questo: abbiamo dimenticato il valore assoluto dei profili comportamentali, delle competenze trasversali, che sono importantissime. Alcuni si giocano il lavoro nei primi 15 minuti. Perché le regole di base mancano in casa, nelle famiglie. La scuola quindi deve dare quei valori che poi diventano fondamentali nel mondo del lavoro. Importante come ti presenti a un colloquio di lavoro, il look, la postura, il cellulare che non ti suona, soprattutto l'atteggiamento giusto.

Insegnare competenze tecniche si fa facilmente, ma cambiare la testa ai ragazzi è più difficile.

Puntare molto sulla conoscenza linguistica. Adesso bisogna conoscere almeno tre lingue. E ha tantissimo valore l'esperienza all'estero.

Fare percorsi che abbiano garanzia di esiti occupazionali.

Ci vogliono enti di formazione che siano in contatto continuo con le imprese per avere reali prospettive.

Boni (docente del Cappellini Sauro)

Anche l'età di maturazione dei ragazzi è salita. Una maturità reale non l'abbiamo spesso neanche nel post diploma. Dobbiamo sostituirci ai genitori.

Molti studenti non hanno curiosità per le cose, ma questo significa che hanno sbagliato percorso. Formiamo persone che non hanno passione per quello che fanno.

Anche un mese solo di alternanza è già importante, almeno imparano un po' di rispetto delle regole, di educazione, ecc. ma è poco.

Poi la formazione deve essere seria, perchè devono vedere. Se un domani devono scegliere, devono vedere i laboratori, le strutture, le aziende.

Meglio che cambino indirizzo, anche nel secondo biennio piuttosto che perderli.

Sbagliati anche i criteri di finanziamento, basati solo sui numeri.

Calcagnini

Il punto non dovrebbe essere quali opportunità ti do, ma cosa costruisco su di te.

Nella fascia 19 -29 la testa dovrebbe già essere a posto. Io società cosa ti ho dato? Scelgo quando sono formato, non dopo perché ti do un’opportunità. Io ti devo far diventare uno studente, un cittadino eccellente e poi tu scegli la sua strada.

Investiamo sulle persone e sulle loro capacità. Possiamo fargli un canovaccio, ma poi il percorso viene da sé. La società ha bisogno di tante cose. Il problema è quanto investo sul singolo? E quanto la classe docente è in grado di personalizzare?

Rappresentante dell'università

C'è una generale deresponsabilizzazione dello studente medio. Troppe passerelle. C'è un grande difetto di motivazione. Spesso vedo studenti che non hanno scelto la loro specializzazione in maniera convinta, dicono: va beh faccio questo poi vediamo, semmai cambio, ma così intanto perdono un anno.

Questa percezione non è chiara nei ragazzi. È un discorso di orientamento e di motivazione. Far capire al ragazzo la sua motivazione, perché solo la motivazione ti permette di raggiungere la meta.

I problemi della scuola sono tanti e non per colpa solo sua, la colpa è anche di chi fa sì che la scuola debba lavorare in condizioni difficili per tutta una serie di situazioni.

Bisognerebbe coordinarsi di più, scuole e aziende per contrastare il più possibile la deresponsabilizzazione dei ragazzi.

Arzà (associazione audiolesi).

Manca sensibilità nei confronti dei disabili nei contesti formativi. Le persone sorde per es. non hanno la possibilità di frequentare contesti formativi che potrebbero essere utili per inserirsi nel mondo del lavoro.

Bisognerebbe abbandonare la mentalità italiana, per cui costa meno dare una borsa lavoro per metterlo lì in un angolino, borse protratte 8, o 9 anni e poi non ti assumono, perché l'azienda dice: non mi serve, non è capace. Bisognerebbe dare percorsi formativi veri.

Marini (docente del Cappellini Sauro)

Ci sono aspetti che non mi piacciono del modello tedesco di cui tanto si è parlato, per es. anticipa molto la scelta del percorso formativo e questa scelta è delegata molto ai docenti. I bravi vanno al ginnasio, i meno bravi al tecnico. Ho perplessità su questo. Il livello tecnico dei tedeschi è sicuramente alto, per cui i risultati ci sono, ma mi restano dei dubbi.

Io mi occupo dell'indirizzo informatico. Non sono d'accordo che l'esiguità del periodo di stage sia un deterrente, ho avuto esperienze personali in cui aziende che avevano avuto in stage per 15 giorni uno studente poi l'hanno ricontatto per fare altri stage estivi e altri stage retribuiti dopo la fine della scuola. Certo è opportuna una scelta accurata dell'azienda, anche noi non mandiamo più i ragazzi a fare stage in aziende in cui li tenevano a fare fotocopie.

E poi bisogna ancora combattere con la mentalità di alcuni colleghi. Ci sono consigli di classe in cui alcuni insegnanti si lamentano che i ragazzi vanno in stage perché devono finire il programma.

Intervento 1

Ci sono ragazzi di questa età che si trovano in una fascia grigia, apparentemente non più recuperabili e che invece devono avere opportunità di formazione e di scelta.

Noi da qualche anno proponiamo corsi annuali, a cui partecipano tra l'altro molti stranieri, che hanno avuto esperienze positive di tirocinio e inserimento in azienda.

Rappresentante della Provincia

Io per la Provincia coordino le reti di job e ho lavorato molto a contatto con enti e scuole.

Abbiamo tutti lo stesso obiettivo, dobbiamo lavorare insieme sul metodo.

Importanti 3 punti:

- Buon orientamento

- Dare strumenti per muoversi nel mercato del lavoro (far capie cos'è un tirocinio, un contratto di lavoro) sistematizzare un po' di più il lavoro coordinato

- Dare occasioni di incontro (sul tipo di città dei mestieri)

Intervento 2

Io lavoro per il programma FIxO “Scuola&Università”, che aiuta le scuole secondarie superiori nella strutturazione e nel rafforzamento dei servizi di placement e di orientamento al lavoro e alle professioni.

Facendo questa attività ci siamo resi conto che attualmente in Italia Non c'è una classe imprenditoriale giovane, nuova. Non ci sono ragazzi che hanno idee, non c'è autoimprenditorialità, nessuno si sente di esporsi, e i pochi che le hanno non trovano sul territorio chi li accompagni nel loro sviluppo.

Importante potenziare materie come la matematica, vedi Cina, India, le materie più faticose ma che aiutano il ragionamento.

Maria Torre

È importante anche potenziare l'apprendimento delle lingue straniere. Sappiamo bene che  l'unico modo per imparare davvero bene una lingua straniera, è immergersi nella sua realtà linguistica parlata, non si impara tra i banchi di scuola. Sono perciò importanti esperienze all'estero e dovrebbero essere sostenute anche per le fasce deboli affinchè la scuola torni ad avere il ruolo di ascensore sociale che ha perso.

Così come è importante anche l'utilizzo delle nuove tecnologie per strutturare l'apprendimento in modi nuovi.

Sarebbe auspicabile la creazione di microimprese in cui per es. normodotati e disabili lavorano insieme e creano impresa.

Creiamo luoghi in cui fare rete, integrare scuola, lavoro. Diamo fiato e fondi ai Poli dove le scuole sono protagoniste.

Castiglioni

L'anno scorso la nostra è stata l'unica provincia in controtendenza nazionale con più iscritti ai percorsi tradizionali che non a quelli tecnico-professionali. Quindi c'è anche un problema di sistema che non ti favorisce nella scelta motivata.

 

Report 0-6 crescere

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Report 6 -14 imparare

Rivedere L'orientamento: spesso viene fatto solo in una parte dell'anno e spesso fatto come forma di marketing

Scuola digitale, quindi rinnovamento degli ambienti scolastici, dell'infrastruttura tecnologica

Formazione è centrale

Istituti Comprensivi hanno spesso difficoltà, per es. Armonizzare storie locali e problemi di verticalizzazione, far parlare i vari gradi. Su questo serve formazione. Proporre progetti di verticalizzazione su singoli ambiti magari che implichino formazione degli insegnanti.

Report 14- 25  formarsi

Gloria Rossi

I temi del nostro confronto sono stati: Alternanza scuola-lavoro, dispersione, inclusione, Integrazione.

Ormai l'alternanza negli istituti tecnici è abbastanza consolidata, non nei licei che però hanno mostrato voglia di contatto col mondo del lavoro.

Voglia non di fare sistema ma di esserlo, che tutti i percorsi abbiano pari dignità. Che ogni alunno debba essere preso in carico dall'intero sistema, garantendo anche  percorsi alternativi.

Orientamento deve funzionare diversamente, diventare progetto di vita. Per es. Il progetto "Accanto" nella nostra provincia è stato importantissimo per aiutare anche dopo la scuola i ragazzi disabili, per l'autonomia abitativa, per la vita in generale dopo la scuola.

Vogliamo chiedere alla Regione che dia un aiuto concreto, un supporto per colmare lacune problematiche soprattutto per quanto riguardal'alternanza, perché i rapporti con le imprese non sono sempre facili.

Report 19-29 impegnarsi

Dino Castiglioni

Nel nostro gruppo si sono discussi vari temi: attuare per es. un contrasto alla dispersione concreto; fare in modo che l'orientamento sia motivato e motivante, ma non facilitante.

Aiutare i ragazzi a fare una scelta di studio e di opportunità professionali non più legati al solo territorio ma in un'ottica europea, globale.

Tutti gli studenti, anche i diversamente abili devono avere le stesse opportunità di inserimento e di formazione.

Esigenza fortissima è un'alternanza di qualità. Il ragazzo non deve andare in stage e essere parcheggiato da qualche parte, ma deve esserci un ritorno formativo vero.

Mappatura completa delle opportunità sul territorio, quindi necessità di fare rete.

Non camminare in proprio, ma razionalizzazione e sistematicità delle risorse.

Individuare poli tecnico professionali che davvero permettano l'interfacciarsi di scuole e aziende, mondo della formazione  e del lavoro.

orientamento
scuola digitale
media education
bes
edilizia scolastica
ed. ambientale